Ammonta a 14,8 Mld di euro il valore dell’offerta minima totale nel primo semestre 2022, +23,3% rispetto al primo semestre 2021 quando, a causa dell’emergenza pandemica da Covid 19, le aste sono state sospese e di conseguenza le vendite degli immobili sono state ben poche. Questo potrebbe aver comportato delle ripercussioni sul mercato delle aste immobiliari in Italia. Infatti, come vedremo dopo, è “esplosa” la proposta degli immobili residenziali e ciò ha fatto sì che anche l’offerta minima sia stata più alta, riducendo così la possibilità per gli offerenti di partecipare all’asta perché “fuori budget”.
Offerta minima totale: i dati per asset class
Passiamo in rassegna i dati sull’offerta minima totale rapportata all’asset class che il team di data scientistis e analysts di Reviva ha estrapolato, tramite linguaggio SQL, dal PVP (Portale delle Vendite Pubbliche), l’unico portale dove vengono pubblicate tutte le aste fissate.
Come si può vedere dal grafico sottostante, su un numero complessivo di 108.137 aste nel primo semestre 2022 il non residenziale e il residenziale hanno avuto all’incirca un’offerta minima complessiva analoga pari rispettivamente a 6,7 Mld di euro e 6,6 Mld di euro. In termini percentuali questo significa che rappresentano il 45,5% e 44,7% del totale mentre i terreni hanno costituito solo una piccola fetta (9,8%) con un’offerta minima totale di 1,4 Mld di euro.
L’andamento dell’offerta minima media nel tempo
Analizzando, infine, l’andamento dell’offerta minima media nel tempo, cioè il prezzo medio minimo che un offerente può proporre, si riscontra nel primo semestre 2022 un aumento del volume di asset residenziali in asta e del valore medio degli asset residenziali a seguito della ripresa delle procedure sospese lo scorso anno.
In particolare, dall’analisi effettuata abbiamo notato un dato significativo: l’offerta minima media per gli immobili residenziali nel primo semestre 2022 ha subìto un incremento del 36,1% rispetto al primo semestre 2021, passando quindi da 82.473 euro a 112.264 euro. Anche per i terreni l’offerta minima del 2022 (124.693 euro) è stata più alta: +13,9% rispetto al 2021 (109.502 euro). Per i beni immobiliari non residenziali, invece, non c’è stato un significativo incremento, dato che pressoché il livello è rimasto lo stesso del 2021 (180.300 euro vs 181.689 euro).
Quale sarà la prossima sfida? Promuovere e sostenere la vendita degli immobili incentivando la domanda, già molto più forte rispetto allo scorso anno, tramite il mercato delle aste.